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Castello di Pozzolo Formigaro

La magica cornice del Castello di Pozzolo Formigaro (AL), sede del comune, è anche sede di eventi e manifestazioni di carattere culturale e gastronomico

La rocca sulla quale è stato eretto il castello di Pozzolo Formigaro, era munita di ponte levatoio e pusterla: sono ancora intatte le scanalature destinate a ricevere i bolzoni.

Anticamente il mastio era isolato dagli altri corpi di fabbrica. L’arco posteriore, che dà accesso al cortile, era protetto da una poderosa grata di ferro: la sede della cataratta è ben visibile sotto l’ogiva.

La botola al centro del voltone serviva ai difensori per salire, con scale retrattili, ai piani superiori, dopo aver alzato il ponte levatoio carraio e quello pedonale, e dopo aver calato la saracinesca; poteva avere anche la funzione di trabocchetto.

La torre, un po’ arretrata rispetto al filo degli spalti è ruotata leggermente in senso antiorario. Dietro ai merli correva il camminamento di ronda, provvisto di caditoie su beccatelli.

L’interno del Castello è, oggi, residenza municipale. Nella sala consiliare si conservano cinque fucili ad avancarica della Guardia Nazionale (1848) e gli Affreschi di Franceschino Boxilio e scuola (Madonna con Bambino, Santa Lucia, San Biagio, San Francesco), del sec.XV, strappati dalla Chiesa di Nostra Signora delle Ghiare.

Della medesima provenienza sono la grandi tele con San Bovo e una curiosa scultura di legno policromo: è una Madonna con Bambino che racchiude in seno il Redentore assiso con la Croce; all’interno delle ante due angeli in adorazione del Cristo (sec. XV)¹.

Per Informazioni più dettagliate cliccate qui

Nel 400° anniversario dalla morte di William Shakespeare l’Assessorato alla Cultura e l’Amministrazione Comunale di Pozzolo Formigaro hanno proposto un evento unico: Sogno di Una Notte di Mezza Estate.

Una commedia rivista ed interpretata da giovani promesse del teatro, in grado di appassionare e coinvolgere il pubblico presente, proponendo un’innovativa soluzione di spettacolo ed animazione.

Nelle vicinanze, da visitare assolutamente L’Abbazia di Rivalta: clicca qui

Eventi e tradizioni

Fiera delle palme che si tiene il lunedi di Pasqua

Cene enogastronomiche a tema (famosi gli agnolotti, la bagna cauda e la peperonata)

Gastronomia

  • Farinàga: con la farina di ceci si prepara la farinata che va cotta in forno a legna in padelle grandi di rame stagnato, è una
    preparazione che difficilmente si può fare in casa in quanto occorre molta esperienza;
  • Panessa: con la farina di ceci si prepara un polenta che deve essere stesa su un piatto a incallì cioè a rapprendere, si taglia a quadretti e si frigge.
  • Lévra: la lepre messa in fusione nel vino con chiodi di garofano e sapori (per togliere il sapore di selvatico) e quindi cotta lentamente nella terrina di coccio;
  • Pujàna: si mette in fusione la carne tritata in vino amaro, formaggio, aglio schiacciato, si prepara la cipolla tritata finemente e soffritta in olio e burro, si aggiunge la carne che deve cuocere leggermente – questo è un piatto antico per le grandi occasioni e si accompagnava con fette di polenta al posto del pane;
  • Stufà: stracotto il cui sugo è adatto per condire gli agnolotti.
  • Bagnètt: salsa verde con prezzemolo, aceto, aglio, olio, acciughe, tuorlo d’uovo sodo, mollica di pane tritato fine. Questa salsa si accompagna bene con bolliti;
  • Tôcc: per condire pasta o riso a base di sugo di carne, vino bianco, olio spezie.
  • Cundjeun: condiglione insalata con fettine di bollito freddo, uova sode, tonno, pomodori, acciughe, capperi, aglio, cipollotti, olio, aceto – si usava sistemare tra due fette di pane o meglio dentro una pagnottella e si poteva mangiare anche sul lavoro;
  • Subrech: polpettine di forma rotondeggiante preparati impastando patate lesse, uovo, formaggio grana e fritti in olio bollente.
  • Friciuleini: frittelline preparate con pastella che serviva ad avvolgere i dolci fiori di acacia papetta;
    si preparavano per le merende improvvisate, quando si era nel pieno della bianca fioritura;
  • Vegètt: castagne seccate ripulite della pelle, che venivano conservate nelle damigiane. Si potevano consumare facendole rinvenire in acqua, o si masticavano come caramelle, ma occorrevano buoni denti, erano le preferite dei bambini.
  • Ratafià: liquore con ciliegie pesche e albicocche, in acquavite.
  • Erba Luisa: erba cedrina (Lippia citriodora -Verbenacee) – piantina con foglioline profumatissime coltivata negli orti per la produzione di un’ottimo liquore digestivo.

Ricetta del liquore di Erba Luisa:
occorrente:

  • 1 litro di alcool a 96°
  • Erba Luisa o cedrina in abbondanza
  • poca buccia di 1 limone
  • 1,5 litri di acqua
  • 800 gr di zucchero

Staccare le foglie di cedrina, lavarle e sgocciolarle bene, quindi metterle in un vaso di vetro con l’alcool e la buccia di limone senza la parte bianca amara. Chiudere il vaso e lasciare in infusione per circa 7-10 giorni scuotendo il vaso ogni tanto.  Trascorsi i 7-10 giorni l’alcool sarà diventato di un bel verde intenso. A questo punto si procede a preparare lo sciroppo di acqua e zucchero scaldando l’acqua senza bollire e aggiungendo lo zucchero. Quando è freddo versare lo sciroppo nel vaso con l’alcool e l’erba Luisa. Filtrare quindi con un colino.

Il liquore si può già gustare dopo una settimana. E’ ottimo come digestivo e si può accompagnare anche sul gelato al limone.

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